La storia
La popolazione scolastica dell'Istituto comprende 346 alunni di cui 76 frequentano la Scuola dell'Infanzia, 157 la Primaria e 113 la Secondaria di primo grado. Sono presenti 10 alunni stranieri, prevalentemente di etnia romena, con una incidenza del 2,89% sul totale degli alunni. Il contesto socio-economico di provenienza delle famiglie degli studenti è legato all'attività agricola, con la coltivazione della fragola. Scarse le attività artigianali, commerciali ed imprenditoriali; il terziario non è sufficientemente sviluppato. Le famiglie, generalmente, seguono con attenzione lo stato di 'benessere' dei propri figli sia rispetto alla prestazione scolastica sia a livello d'integrazione sociale con i coetanei ed i docenti; sono disponibili alla partecipazione e collaborano in tutte le attività organizzate dalla scuola. Le attese delle famiglie riguardano, in particolare, l'acquisizione di saperi e di competenze per il proseguimento del percorso di studi.
La storia della scuola
Maletto, di origine feudale, paese di montagna e dell’interno, aveva un’economia molto povera e di conseguenza un bassissimo grado di istruzione fino a tutto l’800 e i primi del ‘900; un’indagine statistica del 1833 rivela che gli alfabeti erano appena il 2,77%, la più bassa percentuale dell’intera provincia di Catania. In pratica meno di tre abitanti su cento sapevano appena leggere e scrivere, inclusi quelli che sapevano solo firmare. Gli istruiti erano gli ecclesiastici, al tempo numerosi e i figli della borghesia terriera che andavano a studiare a Catania. Le amministrazioni comunali cominciarono a porsi il problema dell’istruzione, istituendo le scuole primarie comunali, dove insegnavano esclusivamente i preti del luogo: per lungo tempo furono i Sacerdoti Pasquale Sgro e Francesco Saverio Battaglia, eletti dall’Intendente Provinciale, i quali o insegnavano direttamente o nominavano il precettore che per diversi anni, sino al 1860 fu il Dott. Vincenzo Capparelli, Farmacista e amministratore comunale, ucciso nel 1860 durante gli avvenimenti garibaldini. Questa scuola fu solo maschile, poiché i tentativi di istituire anche una classe femminile fallirono per mancanza di insegnanti. Così l’Amministrazione comunale ripiegò sulla soluzione di istituire una scuola per l’insegnamento delle arti domestiche per le fanciulle, la cui maestra, Concetta Minissale, anche se analfabeta era bravissima ad insegnare i lavori domestici. Un forte impulso all’istruzione lo diede il Sac. Mariano Palermo, che nominato Cappellano curato nel 1854, istituì a proprie spese altre scuole per ragazzi e ragazze, ove personalmente insegnò.